La Banca del Tempo
La Banca del Tempo è un sistema in cui le persone scambiano reciprocamente
attività, servizi e saperi. Parte dall'idea che è possibile uno scambio
paritario fondato sul fatto che gli individui sono portatori di bisogni
ma anche di risorse.Questa associazione propone di dare valore e organizzazione
a ciò che esiste nella comunità come forma di auto aiuto tra le persone.
Il tipo di prestazione oggetto degli scambi permette alla banca del tempo
di essere un'associazione libera da vincoli morali, etici o anche solo
affettivi, ad esempio non è ammessa l'assistenza e cura alle persone di
tipo professionale e non è richiesto neppure un volontariato attivo come
accade ad esempio nelle associazioni ambientaliste.
Ecco come funziona: chi aderisce specifica quali attività e/o servizi
intende svolgere, accende un proprio conto corrente depositando ore al
posto degli euro. Nel momento in cui la persona chiederà un servizio ad
un altro socio pagherà questo servizio emettendo un assegno per le ore
richieste e così se sarà lui a rispondere ad una richiesta di un altro
socio si vedrà consegnare l'assegno con le ore che lui ha chiesto per
il servizio elargito. Lo scambio è gratuito ma è previsto un rimborso
delle spese vive ove queste ci fossero, ad es. gli ingredienti per la
torta o per i tortellini fatti in casa.
I servizi offerti e richiesti sono i più disparati e c'è anche da dire
che in più si è e più varia l'offerta dei servizi e la ricchezza della
banca. Nella pagina Elenco delle offerte troverete un esempio di tutto
ciò che attualmente è offerto dai soci iscritti alla Banca del Tempo di
Modena.
La Banca del Tempo (in seguito BdT) si fonda su tre principi:
- lo scambio: si dà per avere, si riceve per dare.
- Il valore della prestazione in tempo: indipendentemente dal servizio scambiato quel che conta è il tempo impiegato.
- La parità fra i soggetti: scambiare attraverso il proprio tempo mette su un piano di parità la casalinga, il pensionato e il professionista che hanno offerto la prestazione.
Gli obiettivi della BdT sono quelli di ricreare i perduti rapporti di
"buon vicinato", sviluppare relazioni fra persone rompendone l'isolamento
e migliorare la qualità della vita. Dal punto di vista organizzativo funziona
come una vera banca con tanto di conto corrente e libretto degli assegni.
Si potrebbe obiettare che si tratta di un banale baratto. Invece non è
così. La differentortaza sta nell'attivazione del circuito. Nella Banca
del Tempo non è necessario restituire un servizio esattamente a colui
che l'ha fornito: è un sistema aperto e non si contraggono debiti con
qualcuno in particolare. Inoltre il baratto mercantile è un semplice scambio
tra due commercianti senza l'utilizzo del denaro. In questo caso invece
tra gli individui che si scambiano i servizi si consolida sempre di più
il legame di solidarietà che rafforza il circuito stesso. In pratica il
bene viene rimpiazzato dal legame.
Facciamo un esempio concreto. Antonella deve preparare una torta per il compleanno della figlia solo che a lei le torte non vengono mai bene. Rosaria invece deve stringere un vestito da indossare per il matrimonio della sua amica. Fino a qui sarebbe semplice ipotizzare uno scambio di favori: Rosaria prepara la torta ad Antonella e Antonella stringe il vestito a Rosaria. imageSolo che Antonella non sa cucire. Lo sa fare, però, Mario, che prima di andare in pensione lavorava come sarto. Mario a sua volta ha bisogno di qualcuno che gli ripari il rubinetto che gocciola. Allora potrebbe succedere che Rosaria fa la torta per Antonella, la quale diventerà debitrice per un paio di ore. Mario cuce il vestito a Rosaria e acquista un credito di tre ore che potrà spendere per chiedere a qualcun altro della rete (che offre servizi idraulici) di riparargli il rubinetto.
L'ideale, come in ogni conto corrente, sarebbe quello di rimanere sempre
"in pari", ma le regole non sono così rigide e anche chi è "in rosso"
di parecchie ore può continuare a chiedere e scambiare. Questo perché
ciò che conta non è la contabilità ma che lo scambio avvenga, che i rapporti
rimangano vivi. E' lo scambio che tiene in vita la BdT.
Lo scambio di tempo è, in prima battuta, scambio di competenze, e le competenze
non sono quantificabili. Ma il tempo invece è numerabile, scandito nell'unità
di misura: le ore. Ciò consente una certa equivalenza: il numero di ore
di servizi prestati e resi. Al tempo come unità di scambio (come quantità)
risponde il tempo come qualità delle competenze, in cui si deposita tutta
l'esperienza del singolo. Lo scambio del tempo, qui cercato, non è un
mero scambio di equivalenti, proprio per il valore qualitativo che il
tempo porta con sé. Lo scambio di competenze diviene anche scambio di
esistenze, se è vero che nella competenza (o nel sapere) costruiti nel
corso del tempo si cela la trama narrativa della vita di ciascuno, che
è quello che è per la somma di rapporti che lo hanno fatto vivere e progredire.
Se l'accento è posto non sul servizio in quanto tale, (che sarebbe svolto
efficacemente da un qualunque professionista), ma sulla qualità relazionale
di cui il servizio è un mezzo, allora entra in scena non il soggetto come
ruolo e funzione (facilmente reperibili sul mercato), ma il soggetto come
persona, sorgente e trama di relazioni, disponibile a mettersi in gioco
con la sua vita e la sua storia, disponibile a incontrare altre vite e
altre storie e ad interagire con esse su diversi piani
In questo la BdT si differenzia dai servizi offerti dal mercato o dalle
istituzioni pubbliche: il mercato, per sua natura, tende a quantificare
la qualità. Perché solo la quantità consente l'equivalenza e l'equivalenza
richiede il numerabile. Il numerabile poi è tradotto in compenso
Le Banche del Tempo italiane così come i LETS anglosassoni o i SEL (Systèmes d'échanges locaux) in Francia e Senegal e i Tauschringe tedeschi, hanno riscosso fin da subito un notevole successo. Centinaia di sportelli sono stati aperti in questo ultimo decennio. E se è vero che esse non si possono sostituire al modello economico vigente, almeno hanno il merito di proporre un sistema alternativo e di dimostrare che non siamo costretti ad arrenderci davanti al dominio delle grandi multinazionali e del consumismo ad ogni costo. Queste associazioni favoriscono lasel riscoperta di quella economia informale che Latouche chiama "neoclanica" e che consente agli attori di passare da uno scambio freddo e anonimo a un sistema di scambi "caldi" e personalizzati.
I sistemi di scambio locali, utilizzando una logica che si avvicina a quella del dono maussiano*, in fondo non fanno altro che tessere reti di relazioni che portano gli individui che vi aderiscono a conoscersi e ad instaurare catene di debiti che li lega tra loro. Individui che allora non saranno più estranei ma che daranno vita a un "noi" che, sebbene non condizioni la totalità della loro esistenza, potrà agire in molti spazi lasciati vuoti dalla socialità secondaria.
*Riferimento a Marcel Mauss, antropologo francese autore del Saggio sul dono.